Il ciliegio

Mi piace il ciliegio per quello che produce.

Per il suo legno rosso passato alla fiamma

e per il suo stile di albero

ingioiellato per poche settimane.

Amo il ciliegio cechoviano, mezzo

sfiorito e spiovente. Quel suo non badare

agli ospiti, seduti da più di un secolo,

nonostante le chiacchiere e la luna purpurea.

(in: Rubrica degli inverni, 2016)

(foto: Gianluca Canello, su Flikr)


Paolo Lanaro è nato a Schio nel 1948, si è laureato in Filosofia a Padova e ha insegnato Lettere e Filosofia in vari istituti della provincia di Vicenza.

Ha curato l’antologia Forme del mistico (Ed. Locusta, 1988) e,  con Cesare Galla, ha curato Indigeno e foresto. Studi, versi e disegni in onore di Fernando Bandini (ed. Galla 1880, 2011).

Presso quest’ultimo editore era uscito nel 2008 In tondo e in corsivo. Scritti di letteratura vicentina e veneta.

Nel 2013 ha dato alle stampe (con Fernando Bandini e Giorgio Faggin) Corrispondenze. Album di traduzioni poetiche (Edizioni dell’Accademia Olimpica).

Nel 2014 presso Cierre ha pubblicato Una tazza di polvere, un romanzo autobiografico, cui sono seguiti, sempre con lo stesso editore, La città delle parole (2015), e un secondo romanzo, ancora di carattere autobiografico, Contro i venti invisibili (2017).

Nel 2019, a completare una sorta di ideale trilogia, è uscito (foto (Cierre)

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