Non abbandona chi è costretto, chi scappa dal pericolo, chi è rifiutato, licenziato e non torna.
È il vincolo di responsabilità. che flette, sulla soglia, la curva dell’abbandono.
L’abbandono del luogo, del lavoro, in eccesso di potere, quando ad andarsene sia la proprietà,
la direzione chiudendo ogni rapporto, traslocando il necessario, lasciando il rimanente indietro;
lasciando incustodita la crescita dei polloni, il fittonare caparbio della potentilla;
lasciando ai rami striscianti della veccia, all’orzo selvatico, alla romice, la libertà
di aprire, foglia dopo foglia, serpeggianti lunghe faglie nel discorso lineare dei parcheggi e dei muretti, degli ingressi trasparenti, degli armadietti,
delle centraline rimaste aperte, senza esercizio di potere, senza indirizzo e prive di conseguenze.
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