Grazie a Periferia Letteraria ho assistito, un pomeriggio di metà dicembre, alla presentazione della raccolta di poesie: Perdite (Puntoacapo, 2022), di Bartolomeo Bellanova, ottimamente affiancato e sollecitato a “scoprirsi” da Felicia Buonomo.
Non lo conoscevo e non avevo letto suoi precedenti lavori ma mi ha catturato, subito, l’aria garbata, quasi ritrosa, con cui Bellanova porge sia il suo pensiero che la sua o l’altrui scrittura.
Mi ha colpito l’equilibrio che in questa raccolta tiene assieme Io e Noi, spazio intimo e spazio sociale; entrambi descritti come spazi allo stesso tempo privati e pubblici, istantanei e storicamente profondi.
Ci sono, nelle poesie di questa raccolta, gru e scavatrici, binari e sterpi. La grondaia di Fortini e le periferie di Pasolini. Risvegli civili e intime nostalgie, lavorate insieme allo scandalizzato resoconto dei propri simili osservati in coda ad un semaforo.
Nell’insieme ho trovato una densità di ribellioni lasciate affiorare lentamente, a basso volume, come domande infastidite a cui però bisogna rispondere con attenzione, a bassa voce magari, ma puntualmente.
“La scavatrice ha scavato fino al fondo…“, mi sembra l’avvertimento di Bellanova, “quale incendio indomabile si prepara nei fondali!“
Scopri di più da gianlucamantoani.blog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.