Una rete di senso più ampia, più indulgente,
darebbe finalmente voce ai fantasmi dei vetri
della cucina; approdi del lungo viaggio, come
una barca di Maddalena, come dita esitanti
la piccola acquasantiera. E voce ai passi, voce
alla cera, al buio luminoso e fresco, allo scuro
portale. E voce al male fatto di osso dentro
il cuscino, male di cui non parlare mai. Tacere
fra le palpebre basse e riverenti, quando penetra
l’ostia fra le labbra e aderisce e schiocca il palato.
Tacere di un malore agitato, al rifiuto della messa
per Natale. Tacere – anche – in risposta, del mondo
per metà invisibile, per metà incredibile
da cui crescere è stato un istintivo difendersi,
defilarsi perdendo, tuttavia, nella corsa
tempo prezioso forse e molta sicurezza.
(agosto 2023)
(foto: Davide Suppo, NSN Fotografie, 2018)
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