Paesaggi siepi e strade.

Poesie per muoversi, comunque

I paesaggi sono reti di relazione iscritte nel territorio, costruite e disfatte nel tempo, attraverso la vita di una comunità. I paesaggi sono trame di lavoro e di pensiero, consuetudine di percorsi, intreccio di vita. Il paesaggio vive nel rapporto fra la terra e le persone; ci sono paesaggi se c’è una storia, se c’è una comunità. E se c’è una storia e c’è una comunità ci sono parole e narrazioni per dire il paesaggio. Ecco perché si può viaggiare attraverso i paesaggi, muovendo attraverso la loro rappresentazione, percorrendo le tracce lasciate, ad esempio, nel discorso poetico. Ecco dunque un modo di di muoversi comunque: le poesie.

Comincio da qui,da questa splendida e classicheggiante composizione di Giovanna Bemporad (leggere qui e qui per avere qualche informazione sull’autrice) un percorso fra giardini, siepi, strade e vallate percorse dai poeti e dalle loro poesie. Fra Bemporad, Sereni, Bertolucci fin su alla siepe vaga di Leopardi, immaginando oltre quella le strade inesistenti di Machado. Le strade che non esistono se non sotto i passi del viandante.

Un viaggio intenso di parole scelte, di profumi accesi e rumori. Un viaggio possibile, comunque, anche dalla “quarantena” forzata di queste settimane sospese,

ALTRO GIARDINO

Davanti a me la casa e il suo cipresso:
dentro il ruscello un lembo di giardino
si riflette e si attenua, e sul sedile
di pietra che s’interna nel fogliame
tra i coni dei cipressi come a onde
passano le memorie; inseguo, al ritmo
dei profumi ch’esalano i giacinti
freschi nei vasi, la sua veste in fuga;
entro poi nella stanza dove il rombo
delle mie vene insiste come in fondo
a conchiglie sinuose suona il mare.

(Giovanna Bemporad)


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